Montalbano, tra fiction e realtà tra preziose testimonianze di un Tardo Barocco
Testimonianze dal territorio

Dove, se non in Sicilia poteva trovare ispirazione Andrea Camilleri per i suoi celebri racconti? Una serie di luoghi raggruppati intorno a Ragusa nel Sud Est dell’isola, a Ibla, a Scicli, a Modica, a Ispica, a Punta Secca e nei piccoli borghi marinari: la Sicilia del “Commissario Montalbano “. Un lembo di Terra proteso verso il mare fatto di superbe chiese barocche, palazzi nobiliari i cui balconi sono sorretti da mascheroni grotteschi, di paesaggi sorprendenti e di panorami mozzafiato. È qui che Camilleri attraverso divertenti allusioni, descrive nei suoi romanzi modi di fare e di dire, pregi e difetti, vizi e virtù, certezze e contraddizioni, passioni e valori di questa Sicilia e dei suoi abitanti.

Vigata è il nome di fantasia della città in cui Camilleri ambienta i suoi romanzi, e Vigata esiste. È tutte queste città messe insieme, il barocco delle vie di Ragusa, Modica, Scicli, le bellezze naturali e il mare di Ispica e Santa Croce Camerina.

È emozionante ripercorrere le stesse strade di campagna fiancheggiate dai muretti a secco,  la vista delle masserie, degli alberi di carrubo e dei pascoli, sulle quali il commissario Montalbano a bordo della sua Fiat grigia, si spostava tra un luogo e l’altro dei vari crimini. E allora, a Ragusa, nel quartiere storico di Ibla, dichiarato Patrimonio UNESCO, Piazza Duomo, con il maestoso e slanciato Duomo di San Giorgio, uno fra i più belli del barocco siciliano, diventa la piazza del paese immaginato da Andrea Camilleri, dove il commissario spesso passeggia e prende un caffè fuori dall’ufficio. Nella stessa piazza c’è il Circolo di Conversazione, luogo dove il medico legale, dottor Pasquano, ghiotto di cannoli alla ricotta, ama giocare a carte, e poi Piazza Pola sede del Commissariato di Polizia di Vigata per qualche serie.

A poca distanza dalla città, immerso nella campagna il magnifico Castello di Donnafugata diventa la casa del boss Balduccio Sinagra. Una puntata in particolare è “La gita a Tindari” con il ritrovamento dei coniugi Griffo nel labirinto che si trova all’intero del parco del castello. Il castello è una sontuosa dimora nobiliare del tardo ‘800. Su tre piani, conta oltre 120 stanze, di cui una trentina sono visitabili, e un parco di 8 ettari.

La città di Vigata continua a Scicli, Patrimonio Unesco dal 2002.  

Il Municipio della città è il Commissariato di Vigata, dove ha sede l’ufficio del commissario, la stanza del Sindaco diventa la stanza del questore di Montelusa e la bellissima via Francesco Mormina Penna, cuore tardobarocco di Scicli è set di molti dialoghi tra il commissario e i suoi collaboratori più stretti, Mimì Augello e Giuseppe Fazio. Ad Ispica, sono state ambientati i racconti “La luna di carta”, in cui si scorge piazza di Santa Maria Maggiore con il suo loggiato, nella scena in cui il commissario si reca presso una gioielleria durante le indagini su Angelo Pardo, e “La Pista di Sabbia”, dove Montalbano camminava con l’ispettore Fazio in Piazza Santissima Annunziata per discutere delle corse clandestine.

Andando verso le località di mare, a Sampieri i ruderi della Fornace Penna, ex fabbrica di mattoni, oggi monumento di archeologia industriale è la mitica Mannara. Nei racconti descritta come una località malfamata in cui traffici illegali si intrecciano con prostituzione e misteriose sparizioni come nell’episodio “La forma dell’acqua”.

Marinella e il suo lungomare sono nella realtà Puntasecca, una delle località balneari più note di Santa Croce Camerina. Qui la vita è accompagnata dal rumore di spumeggianti onde nelle albe chiare e da meravigliosi tramonti.

Un mare di un sorprendente intenso azzurro e un porticciolo dominato da un grande faro bianco candido costruito nel 1858 per volere del governo borbonico. Qui Camilleri ambienta la vita privata del commissario. Di fronte Torre Scalambri, antica fortezza medievale del 1593, sulla spiaggia c’è la celebre casa di Montalbano, nella realtà  un elegante B&B, con la grande terrazza che dà sul mare e dove spesso cena con la sua fidanzata Livia.

Qui, Montalbano è in grado di sgombrare la propria testa da ogni pensiero con una nuotata, qui c’è Adelina, la cuoca «personale» di Montalbano, che lo delizia e lo coccola con le sue sicilianissime ricette.

A Puntasecca c’è anche «Enzo a mare», la trattoria con terrazza di legno sulla spiaggia, frequentata dal Commissario Montalbano per i suoi pranzi meditativi e solitari o per quelli galanti. Lì vicino ci sono le belle spiagge di Caucana, Casuzze, Marina di Ragusa e Donnalucata le cui strade e i porti si sono trasformati in set per “efferati” delitti.

Infine, a Modica, città barocca,  Patrimonio mondiale UNESCO dal 2002 e capitale del caratteristico cioccolato Igp, c’è la fermata dell’autobus dove il Commissario va a prendere Livia all’arrivo a Vigata.

Sullo sfondo di tante riprese lo splendido Duomo di San Giorgio a Modica alta e la chiesa di San Pietro, a Modica bassa, entrambe gioielli barocchi. Il Duomo di San Giorgio si affaccia su un grande giardino pensile in cui, in una parte, è stata ambientata la casa del dottor Pasquano e dove viene girata una delle scene dell’episodio “Tocco d’artista” in cui il Commissario Montalbano, come dice lo stesso Pasquano, va a “rompere i cabbasisi”. 

Un itinerario attraverso i luoghi del commissario Montalbano è ricco di emozioni ed è un’occasione per immergersi nella Terra Barocca più autentica, conoscerne i luoghi, la cultura, le tradizioni ed il mare ma anche gli odori ed i sapori che la caratterizzano.

I luoghi di Montalbano sono stati inseriti nel Libro degli Spazi Simbolici (memoria collettiva). I luoghi fanno parte dal 2014 delle Eredità Immateriali della Regione Sicilia tutelate dall’Unesco.

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